Se avete bisogno di informazioni riguardo il risarcimento danni per persone che rientrano nella definizione di “terzo trasportato”, causati da un sinistro stradale, in questo articolo potete trovare un utile approfondimento sull’argomento basato su quanto scritto dall’avvocato Davide Cornalba all’interno del suo blog.

 

Esistono varie procedure da poter effettuare per richiedere un risarcimento per i danni che un conducente di un veicolo può subire come conseguenza del coinvolgimento in un incidente stradale, ma come vengono tutelati dalla legge i passeggeri di un veicolo quando si verifica un sinistro stradale? Come devono comportarsi nel caso in cui vengano coinvolti in un incidente e come fanno a richiedere un risarcimento dei danni? Approfondiremo queste questioni nella parte successiva dell’articolo grazie del contributo dell’Avvocato Davide Cornalba ma prima andiamo a vedere più nello specifico chi rientra nella definizione di “terzo trasportato”.

Cosa si intende per “terzo trasportato”?

Con il termine “terzo trasportato” si va a definire la persona che viaggia all’interno di un veicolo, ma che non si trova alla guida di quest’ultimo. Quindi il termine indica in sostanza i passeggeri di un veicolo esclusi i guidatori. Il terzo trasportato potrebbe anche possedere il veicolo sul quale viene trasportato. Tuttavia, per una persona, non è relativo il fatto che sia il proprietario del mezzo o meno per rientrare nella definizione di terzo trasportato.

Se una persona rientra in questa definizione, ovvero si trova all’interno di un veicolo in qualità di passeggero durante l’avvenimento di un sinistro stradale, ha il diritto di poter richiedere un risarcimento per gli eventuali danni causati dall’incidente a patto che non sia coinvolto nelle cause dell’incidente. La richiesta di risarcimento dei danni va inoltrata alla compagnia assicurativa del veicolo sul quale si viaggia ed è possibile effettuare questa richiesta anche se quest’ultima non aderisce alla Convenzione tra assicuratori per il risarcimento diretto (CARD).

Come viene tutelato il “terzo trasportato?”

Dopo aver chiarito la corretta definizione di “terzo trasportato” andiamo a specificare come questi individui vengono tutelati in caso subiscano delle lesioni dopo un incidente stradale.

I passeggeri di un veicolo vengono tutelati, secondo il Codice civile, dall’articolo 141 C.d.A. (codice delle assicurazioni private) che garantisce la garanzia diretta in caso il passeggero venga coinvolto in un incidente stradale.  Questo articolo va a far spostare il rischio di causa dal passeggero alla compagnia che ha assicurato il mezzo sul quale viaggia, a patto che il terzo trasportato non abbia nessuna colpa dell’eventuale sinistro stradale.  In sostanza se il terzo trasportato non ha niente a che vedere con l’incidente ha la possibilità di essere risarcito direttamente dall’assicurazione del veicolo vettore e la cifra di questo risarcimento ha però un massimale minimo stabilito dalla legge, ovvero un tetto massimo che bisogna rispettare quando la compagnia assicurativa effettua il risarcimento.

Perché rivolgersi ad un esperto per il risarcimento di un incidente stradale come l’Avvocato Davide Cornalba.

In questa seconda parte dell’articolo andiamo ad approfondire le ragioni sostenute nel blog dell’avvocato Davide Cornalba riguardo al fatto di rivolgersi o meno a un professionista per l’affiancamento nella richiesta di risarcimento di danni causati da un sinistro stradale.

Solitamente in Italia, per quello che riguarda gli incidenti stradali, soltanto un caso su dieci viene risolto affidandosi a un professionista del settore. Per quello che riguarda i restanti nove casi su dieci, quest’ultimi vengono risolti tra gli automobilisti tramite il modulo di constatazione amichevole. Va anche specificato che, i casi che vengono risolti con questo modulo, sono dei casi collegati a degli incidenti dove, per fortuna, le persone coinvolte non hanno subito danni, ma i danni sono stati limitati soltanto ai veicoli, mentre si sceglie di rivolgersi ad un avvocato per i sinistri stradali più gravi, dove le persone coinvolte hanno riportato dei danni, sia di lieve entità che gravi.

Come approfondiremo nella seconda parte dell’articolo è invece buona prassi rivolgersi a degli esperti, quando i sinistri stradali causano dei danni di qualsiasi natura alle persone coinvolte. In fondo è sempre meglio, se non si ha una valida conoscenza sull’argomento, affidarsi a chi lavora regolarmente nel settore, non solo in materia di legge ma anche per altre questioni che possono accadere durante la nostra vita.

Perché rivolgersi ad un avvocato per il risarcimento dei danni?

È vero che rivolgersi a un professionista del settore non garantisce la certezza matematica di ottenere un risarcimento in ogni situazione però è sempre meglio che brancolare nel buio, procedendo per tentativi quando non si ha nessuna preparazione sull’argomento.

Non è comune che le persone scelgano di non rivolgersi a un professionista perché sono spaventate dal costo che una consulenza del genere può comportare, e scelgono invece di procedere in maniera autonoma nella procedura per il risarcimento dei danni convinti che non serva rivolgersi a un legale. In questo modo non si rischia soltanto di ottenere un risarcimento inferiore, ma si rischia addirittura di non riceverlo affatto. Infatti, per ottenere dei risarcimenti per un sinistro stradale occorre documentare il tutto nei minimi dettagli e senza l’affiancamento di un avvocato si rischia di effettuare in maniera errata o con tempistiche sbagliate questa documentazione.

Se invece ci si affida a un professionista non solo c’è una probabilità molto più alta di ottenere il risarcimento dei danni ma anche di farlo con il miglior rapporto tra il tempo impiegato e la somma ottenuta andando di fatto non solo a rappresentare un vantaggio per la quantità della somma ma anche per il tempo che si impiega nell’ottenerla. In sostanza, quindi, è meglio sacrificare una parte dell’eventuale compenso per la consulenza di un avvocato che non riceverne nessuno.

 

 

Di Grey